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Scopri la Storia del nostro territorio, dai primi insediamenti, alla Fanzolo Villa Emo, le Sorgenti del Sile e altro ancora.

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Il territorio

Il comune di Vedelago è situato nel settore sud-occidentale del Trevigiano, confinando: a sud con il comune di Piombino Dese (Padova) e il comune di Resana; a est con il comune di Istrana; a nord con i comuni di Trevignano, Montebelluna e Altivole; a ovest con i comuni di Castelfranco Veneto e Riese Pio X. Si estende su 61,85 chilometri quadrati, secondo per superficie della provincia di Treviso, dopo Vittorio Veneto. Al 31 dicembre 2013 conta 16.720 abitanti (densità di 270,33 abitanti/km2). Le comunità frazionali sono sette: Vedelago, capoluogo e sede municipale, Albaredo, Barcon, Casacorba, Cavasagra, Fanzolo, Fossalunga.

Il territorio è interamente pianeggiante, compreso tra le quote altimetriche di 78 metri sul livello del mare a nord in località Caravaggio e 25 metri al confine sud con Torreselle (frazione di Piombino Dese). Dal confine settentrionale sino alla strada provinciale Corriva, i terreni (pari a circa l’86% della superficie totale del comune) sono coperti da uno spesso strato di ferretto (colorazione rossastra dovuta ad ossidi di ferro) sovrapposto ad un profondo ‘materasso’ di ghiaie alluvionali trasportate dal Piave nella fase post-glaciale (tra 20.000 e 15.000 anni fa). La struttura dei suoli in questa zona ha indotto da molti decenni la proliferazione di numerose attività estrattive (cave) che raggiungono notevoli profondità sotto la falda freatica.

I soli corsi d’acqua in questo settore sono i residui canali della Brentella, gradualmente dismessi e sostituiti dalla rete di irrigazione pluvirrigua in atto da parte del Consorzio Piave. A sud della strada Corriva si estende la fascia delle risorgive, caratterizzata da suoli alluvionali costituiti da sabbie, limi e argille, nella quale permangono i caratteristici fenomeni di risorgenza spontanea (i “fontanazzi”) di acque di falda, sospinte in superficie da strati di suolo ad elevata impermeabilità. Quest’area, ricompresa nel Parco regionale naturale del fiume Sile (istituito nel 1991) è ricca di corsi d’acqua: il Sile e il Corbetta, rettificati nel 1944-45 negli alvei attuali, un tratto del fiume Zero e il canale di Gronda, o Siletto, escavato nel 1966-69.

Dalla collocazione geografica del territorio comunale dipende, storicamente, una rete stradale principale di rilevante importanza nel sistema viario provinciale e regionale. Tre le direttrici est-ovest: la medievale strada provinciale Corriva o “delle antiche pievi” (S. Cassiano di Quinto-Ospedaletto-Cavasagra-Albaredo-Salvatronda), la regionale collegante Treviso a Castelfranco e attraversante il centro di Vedelago, la romana via Postumia, oggi strada di scorrimento fra la Pontebbana e il nodo di Castelfranco; una, ma ad intensa percorrenza, la direttrice principale nord-sud, collegante Resana a Montebelluna, che intercetta i centri di Albaredo, Vedelago e Barcon e sulla quale transita larga parte del traffico pesante connesso alle cave attive nel comune e nei confinanti comuni di Montebelluna e Trevignano.

(testo a cura di Giacinto Cecchetto)

La storia

I primi insediamenti umani sono documentati nella bassura sorgentifera del Sile, tra Albaredo-Casacorba-Cavasagra. Palificazioni sub-fossili (indizio di insediamenti palafitticoli) ed un cospicuo numero di utensili in selce e vasellame d’argilla rivelano una lunga occupazione della zona, databile fra il Mesolitico (VIII-metà V millennio a.C.) e il Bronzo medio e recente (XVI-XIII secolo a.C.).
Nei secoli medievali, e certamente dal X-XII, si struttura una rete di villaggi, ognuno raccolto intorno alla propria chiesa, che si confermerà nelle epoche successive per giungere inalterata nel suo assetto ad oggi.

Nel 1339, una prima volta, e definitivamente nel 1388, il territorio vedelaghese, con l’intera Marca, sono occupati dalla Repubblica di Venezia, e nel Dominio veneziano di Terraferma rimarranno sino al 1797, quando, l’irreversibile crisi istituzionale ed economica dello Stato veneziano sarà causa del suo dissolvimento e la conseguente cessione del Veneto, occupato dai Francesi, all’Austria (trattato di Campoformio, 17 ottobre 1797). Nel corso della dominazione veneziana, l’espansione fondiaria di grandi famiglie patrizie lagunari (Barbarigo, Emo, Corner, Pisani, Condulmer, Dolfin) e della nobiltà trevigiana (Pola, Ravagnin Dal Corno) favorirono la valorizzazione agraria del territorio, grazie soprattutto alla rete irrigua della Brentella, avviata nel 1444 e diffusasi capillarmente nei secoli seguenti. Dal secolo XV si costruirono le prime rustiche case di villeggiatura, in alcuni casi trasformate tra il ‘500 e il ‘700 in splendide ville (Emo di Fanzolo e Corner di Cavasagra).

Nel corso della dominazione veneziana, l’espansione fondiaria di grandi famiglie patrizie lagunari (Barbarigo, Emo, Corner, Pisani, Condulmer, Dolfin) e della nobiltà trevigiana (Pola, Ravagnin Dal Corno) favorirono la valorizzazione agraria del territorio, grazie soprattutto alla rete irrigua della Brentella, avviata nel 1444 e diffusasi capillarmente nei secoli seguenti. Dal secolo XV si costruirono le prime rustiche case di villeggiatura, in alcuni casi trasformate tra il ‘500 e il ‘700 in splendide ville (Emo di Fanzolo e Corner di Cavasagra).

Nel corso dell’Ottocento, l’assetto amministrativo muta ripetutamente. Nel 1807 vi sono due sedi comunali: Cavasagra (frazioni: Barcon e Fossalunga); Vedelago (frazioni: Albaredo, Casacorba, Fanzolo). Nel 1810 altro cambiamento: Fossalunga sede comunale (frazioni: Barcon, Cavasagra); Albaredo (frazioni: Casacorba, Vedelago); Fanzolo è annessa al comune di Castelfranco. Dal 1819 al 1846: Vedelago comune (frazioni: Barcon e Fanzolo); Albaredo comune (frazioni: Casacorba, S. Marco e Campigo); Fossalunga comune (frazione: Cavasagra). Dal 1846 al 1866, si conferma l’ordinamento precedente, ad eccezione per il comune di Albaredo che perde Campigo e S. Marco ed acquisisce la frazione di Brusaporco (oggi Castelminio). Dopo l’unione del Veneto al Regno d’Italia per effetto del plebiscito dell’ottobre 1866 e sino al 1871 i comuni si riducono a due: Vedelago con Barcon e Fanzolo, Cavasagra con le rimanenti frazioni dell’attuale comune. Finalmente nel 1872, non senza contrasti, Vedelago diventa capoluogo di comune nell’assetto odierno.

(testo a cura di Giacinto Cecchetto)